Ricerca - Didattica

Non da oggi la riflessione sulle metodologie didattiche, particolarmente nell'ambito dell'insegnamento della storia, ha segnalato la necessità di umanizzare il racconto storico avvicinandolo alla vita quotidiana di uomini donne e bambini. Ciò non significa assimilare la narrazione storica alla narrazione letteraria, la costruzione documentaria a quella immaginaria, che sono entrambe importanti ma vanno tenute distinte. Né significa rinunciare a collocare le vite della gente “senza storia” sullo sfondo di precisi contesti, di grandi eventi e di lenti processi e a segnalarne i mutamenti nel tempo.

Secondo il parere di numerosi studiosi e osservatori, esiste oggi un rischio di immersione totale nel presente, con la perdita simultanea e complementare del senso del passato e di quello del futuro. Far partire la riflessione sul passato dalle “testimonianze dei nonni” è spesso indicato come un approccio valido al problema, naturalmente evitando la tentazione della banalizzazione talvolta presente negli usi mediatici. Sulla relazione tra storia narrata in ambito familiare, storia divulgata attraverso i media audiovisivi e conoscenza storica tout court è in corso un dibattito e non si può pensare a una riduzione della storia alla memoria personale, familiare o di comunità. Nondimeno non si può negare l'importanza non solo delle testimonianze orali, ma anche e soprattutto di quelle scritte per via della loro durata nel tempo. Grazie alla scrittura, la soggettività e la quotidianità di uomini e donne comuni possono entrare nella storia e nella sua divulgazione in una dimensione che supera quella del numero e dell'anonimato, ossia del riferimento a grandi masse indifferenziate e amorfe. Ed è dunque evidente anche da questo punto di vista la valenza dei materiali conservati nell'ALSP nella formazione degli operatori scolastici e culturali e nella loro attività didattica.