Libri scolastici

Donazione “MARCELLA BACIGALUPI e PIERO FOSSATI”

Il Fondo si costituisce di 325 libri di lettura scolastici rivolti alla prima alfabetizzazione che coprono un periodo dal Primo Ottocento fino agli anni Cinquanta del secondo dopoguerra. Il più vecchio è un Erasto del 1794.

Questi pezzi rappresentano il corpus in gran parte adoperato per la stesura di Da plebe a popolo. L’educazione popolare nei libri di scuola dall’Unità alla Repubblica, pubblicato dalla Nuova Italia nel 1986, autori Piero e Marcella, opera di intenso impegno e risultato del loro straordinario legame nella ricerca e nella vita che sarebbe proseguito in gran parte delle successive esperienze.

Nel fondo, che non ha pretesa di completezza, ci sono i libri di altro genere scolastico, trovati nel corso della ricerca e recuperati per l’eventuale utilità in altri lavori. Questo materiale è collocabile nel primo Novecento.

11 almanacchi regionali del tempo del fascismo

19 testi di geografia

12 di storia per scuole successive alla prima alfabetizzazione

11 sussidiari

5 testi per gli adulti

19 manuali di religione

13 antologie

10 manuali di scienze

16 grammatiche e libri di temi svolti

4 manuali di igiene

La raccolta dei libri di lettura è stata assai laboriosa in un periodo in cui questi strumenti non erano considerati degni di studio né di conservazione. Negli anni Settanta per trovarli occorreva setacciare le bancarelle di libri d’occasione, i negozi di robivecchi e quando si tentava l’approccio alle biblioteche ci si sentiva sistematicamente confermare l’inesistenza di questo genere. Alla biblioteca nazionale di Firenze nell’angolo di un salone nei fondi c’era una enorme pila di libri di scuola, accatastati senza alcuna indicazione. Solo alla Biblioteca pedagogica di Firenze c’era, accessibile, una buona raccolta di testi degli Anni Venti, risalenti a quando in quegli anni era stata fatta una mostra didattica. La difficoltà del reperimento ha obbligato spesso a fotocopiare i volumi perché, come a Firenze, erano solo in prestito, e quindi molte copie sono in questa forma.

Marcella Bacigalupi, all’inizio della sua carriera come insegnante elementare aveva mostrato uno spiccato interesse non solo per la pedagogia. Era una maestra apprezzata e popolare nel quartiere genovese di Coronata dove, insieme con il marito Piero, ha insegnato per parecchi anni e da quella esperienza i coniugi hanno tratto spunto per la pubblicazione di Bambino o scolaro? L’esperienza infantile in un quartiere operaio, Guaraldi, Rimini Firenze, 1976.

L’interesse per le problematiche sollevate da un’istruzione scolastica e da un’educazione finalizzate a forgiare il carattere dei piccoli alunni si è precisato con l’obbiettivo di mettere in evidenza, questa funzione della scuola nel corso del tempo. Erano gli anni in cui i lavori di Lévi-Strauss e gli studi di Foucault diffondevano un’attenzione verso modelli culturali originali, spingendo a nuovi campi di ricerca e Marcella si era laureata proprio con una tesi sul pensiero di Levi Strauss.

Marcella e Piero scelsero i libri di lettura della scuola elementare, dall’Ottocento alla metà del Novecento, come fonte primaria per indagare il processo di acculturazione del cittadino italiano quale si era configurato dall’Unità alla Repubblica, ritenendo questi testi più efficaci di altri strumenti didattici, come i sussidiari o i testi di singole materie. I raccontini, le poesie, le descrizioni di ambienti sociali, economici, politici presentati nelle pagine dei libri di lettura possedevano una grande forza attrattiva anche grazie alla qualità degli autori: basta pensare a De Amicis. Classici, come Il Giannetto di Parravicini o i racconti del Cantù, del Thouar, dello Schmid, del Tarra, sono altrettanti esempi di opere di successo, in certo senso emblematiche che non compaiono nell’elenco ma, ovviamente, sono presenti nei risultati della ricerca.

La sequenza temporale ha permesso di cogliere un aspetto fondamentale della storia della culturalizzazione popolare: nel tempo l’immagine del bambino è mutata adattandosi ad esigenze e climi diversi. Solo per far un esempio convincente, i libri di lettura degli anni Venti del Novecento non si rivolgono più al piccolo ometto (uomo in miniatura) a cui si indirizzavano i testi ottocenteschi. Presentano finezze psicologiche e descrizioni raffinate prima impensabili, né è il caso di soffermarsi sull’uso che il fascismo fece del Testo unico, dove la finalizzazione a costruire il consenso del lettore era esplicita e non sempre banale. Più difficile definire i libri dell’immediato dopoguerra che sembrano incapaci scegliere una via nuova dopo il fallimento della riforma voluta da Wasbhurne, periodo dove non a caso rispuntano molti libri di lettura e molti autori degli anni immediatamente precedenti il fascismo.

La storia della scuola come storia sociale e nello stesso tempo della cultura aveva spinto a cercare nel passato progetti e tentativi, non sempre di successo, per scelte successive.

Così era nato l’intenso volume di Marcella Una scuola del Risorgimento. I Collegi Convitti Nazionali del Regno sardo tra progetto politico e esperimento educativo (1848-1859), Milano, Unicopli, 2010, un ambizioso progetto di dar vita a un modello di scuola nuova. Marcella conosceva bene la realtà del Collegio nazionale di Genova; dopo essere transitata nella scuola media, in quelle aule aveva insegnato da anni come docente di filosofia. Piero, anche lui docente di filosofia nei licei dopo aver insegnato nella scuola elementare e media, aveva indirizzato le sue ricerche sul Ventennio: scartabellando tra i registri e i documenti degli archivi scolastici del tempo, aveva composto I maestri del Regime. Storia di un maestro-prete tra guerra, scuola e fascismo, Milano, Unicopli, 2009.

A Marcella e a Piero si deve anche l’apertura dell’indagine sulla storia delle istituzioni scolastiche nella Liguria. La partecipazione a un PRIN (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale) dell’Università Cattolica di Milano aveva dato a Marcella materiale per un saggio sulle istituzioni educative nella Liguria di Antico Regime: Particolarismi amministrativi e varietà di forme scolastiche nel Settecento genovese. in L’istruzione in Italia tra Sette e Ottocento. Brescia, Morcelliana, 2019, pp. 77-105, lavoro preceduto da La scuola ligure nelle relazioni dell’ispettore Vincenzo Troya (1848-1857), in “Annali di storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche”, 21, 2014, pp. 245-282. Al 2016 risale il volume Dal ludimagister al maestro di scuola elementare. Le scuole in Liguria tra Antico Regime e Unità d’Italia, Milano, Unicopli, 2016, dedicato al “maestro” nell’Italia pre-unitaria e pubblicato con Piero, di cui Marcella era particolarmente orgogliosa. E di nuovo insieme, Piero e Marcella, nel volume Giorgio Caproni maestro, Genova, il melangolo, 2010, ricostruirono la carriera scolastica del poeta attraverso i suoi registri e le relazioni di quando faceva il maestro. E ancora tutti e due, insieme con Marina Martignone, sono stati autori di Il Sessantotto della scuola elementare, Milano, Unicopli, 2018, raccolta commentata di testimonianze e ricordi di insegnanti attivi negli anni attorno al Sessantotto.

Significativa e formativa era stata per ambedue l’esperienza come redattori con Giorgio Bini e Claudio Costantini, dell’Enciclopedia “Io e gli altri” e della seria di volumetti Per leggere-Per far, iniziative editoriali che avevano sollevato interessi e polemiche agli inizi degli anni Settanta.