Epistolario Angelo Raffaele Ricci (1865-1891)

Istituto: ALSP
Numero: 539
data: 13/08/2023
Compilatore: F. CAFFARENA
Collocazione: 540 digitale

Autore del testo

Primo autore

Cognome Nome: RICCI ANGELO RAFFAELE
Sesso: M
Date: 1841-1934
Luogo nascita: Ascea (Salerno)
Mestiere/professione: Medico
Livello scolarizzazione: Laurea

Denominazione/consistenza

Titolo schedatore: Epistolario Angelo Raffaele Ricci (1865-1891)
Consistenza: 164 lettere

Natura del testo in sede

Natura del testo: copia
Natura copia: digitale
Trascrizione: Sì (fotografie di trascrizioni)

Storia del testo - Contesto archivistico

Luogo conservazione: Ascea (Salerno), presso l’abitazione di Vittorio Ricci
Circost. prod.: Emigrazione in Uruguay
Tempo scritt.: 1865-1891
Contesto arch: archivio familiare
Docum. associati: una raccolta di cosiddetti “abitini” (immagini votive)
Inf. bibl.: Antonio Rizzo, Vittorio Ricci, Ascea. Famiglia Ricci: La Silenziosa, stampato in proprio, 2015

Tipologia testuale

Tipol. dominante: Epistolario

Descrizione contenuto

Abstract: L’epistolario è incentrato intorno all’esperienza professionale e alle vicende familiari del Dott. Angelo Raffaele Ricci, che nel 1874 si trasferisce in Uruguay in qualità di delegato medico del consiglio sanitario d’Italia a Montevideo. Nell’agosto 1874 acquista due biglietti per Montevideo (uno di seconda classe e l’altro di terza), uno per sé e l’altro per il fratello, dall’agenzia Ferolla di Napoli. Altri 50 cittadini di Ascea decidono di seguire Ricci in Uruguay. Tra le missive è presente una descrizione del viaggio da Genova all’Uruguay con il piroscafo France, datata 12-18 settembre 1874. Ricci fu rappresentante dell’Italia nella prima facoltà di medicina d’Italia in Montevideo, ricoprendo l’incarico di docente di fisiologia, patologia e chimica medica. Operò attivamente nella comunità italiana a Montevideo diventando una figura di riferimento. Torna a Salerno nel 1878. Nei pochi anni passati in Uruguay Vittorio Ricci, anche attraverso la sua attività privata di medico, riesce a mandare in Italia molto denaro, che il fratello Celestino amministra investendo in beni immobiliari. Subentrano poi screzi familiari, anche perché Vittorio Ricci decide di sposarsi rompendo l’accordo familiare che prevedeva il fatto che lui potesse studiare a patto di rimanere celibe, al fine di tutelare l’integrità del patrimonio di famiglia.
Nel carteggio Ricci sono presenti missive di cittadini di Ascea che chiedono notizie dei parenti emigrati in Uruguay e che hanno fatto perdere le tracce. In generale le carte - oltre a gettare luce su un caso-studio riconducibile ad una catena migratoria che lega il Cilento (e in particolare Ascea) all’Uruguay - consentono di far emergere il quadro locale di Ascea e le dinamiche sociali locali, nella seconda metà dell’Ottocento (ad esempio questioni riguardanti la costruzione della ferrovia e questioni legate all’economia locale).
Soggetti: Emigrazione
Luoghi racc.: Ascea (Salerno), Montevideo (Uruguay)
Estremi crono: 1865-1891

Descrizione supporto

Descrizione supporto: Copia digitale di originali in buono stato di conservazione