Consistenza: 8 carte
Natura del testo: copia
Tipologia testuale: lettera
Luoghi: Asiago, Camporosso (Imperia), Porto Maurizio, Ventimiglia
Estremi cronologici: 1916-1919
Abstract: Lettere del soldato Romando Rondelli di Camporosso (provincia di Imperia, allora Porto Maurizio) alla madre Maria Gibelli, vedova. Il figlio, sergente di Sanità, porta feriti nella compagnia mitraglieri FIAT, di stanza ad Asiago, si preoccupa delle condizioni di salute della madre e cerca di tranquillizzarla circa le condizioni del servizio militare. L'uomo cerca di darle raccomandazioni su alcune faccende da sbrigare e sulla produzione di documentazione amministrativa da consegnare ai carabinieri di Ventimiglia. Emerge un affetto ed un legame profondi tra i due. La guerra rimane sullo sfondo, solo in un'occasione si fa riferimeno alla cura dei feriti che provengono dal fronte. Tra le carte una lettera spedita dalla sorella Adelina a Romolo. Dopo la guerra diventa agricoltore. Si sposa il 7/04/1940 a Camporosso con Maria Tornieri, nata il 31/07/1915 a Campofontana, frazione di Selva di Progno, in provincia di Verona e morta il 23/01/1983 a Bordighera. Ha avuto una figlia Giuseppina Rondelli, nata a Camporosso l’11/04/1941. Durante la Seconda Guerra Mondiale è stato partigiano, aveva il ruolo di porta lettere e documenti. Dopo la Liberazione è stato eletto Sindaco di Camporosso. Iscritto al Partito Comunista Italiano fino alla sua morte. Dal 1949 è iscritto all’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti (ANPPIA), iscritto alla sezione di Sanremo in qualità di ex detenuto e perseguitato politico. Muore a Camporosso il 19/04/1974.
Soggetti: guerra madre salute
Consistenza: 1
Natura del testo: originale e copia
Tipologia testuale: Lettera
Luoghi: Novara
Estremi cronologici: 1940
Abstract: Daniele Biondo, ventitreenne arruolato nel 68° reggimento fanteria "Palermo" di Novara, scrive alla moglie un'accorata lettera che precede la sua partenza "per il "fronte" - ad appena un giorno dall'entrata in guerra dell'Italia - e manifesta con la sua stentata e faticosa scrittura il bisogno di ricevere da lei notizie.Soggetti: Seconda guerra mondiale
Consistenza: 2 letterE, 25 biglietti postali, 70 cartoline in franchigia
Natura del testo: originale
Tipologia testuale: cartolina in franchigia
Luoghi: Casale, Saluzzo, Bordighera, Arma di Taggia, Vallecrosia, Russia, Don
Estremi cronologici: 1939-1943
Abstract: Le lettere sono indirizzate da Narizzano Ferdinando (caporal maggiore della 23ª compagnia Artieri) alla fidanzata Ferro Rina (residente a Genova), tra l’agosto 1939 e il settembre 1943. Nelle missive le tematiche si ripetono: preoccupazione per la salute e fedeltà dell’amata, attesa per sposarsi, il ritardo della posta, continue rassicurazioni sulla vita al fronte. Fino al 1942 lo scrivente è dislocato in diversi luoghi (Casale, Saluzzo, Bordighera, Arma di Taggia, Vallecrosia). Nel luglio 1942 parte per la Russia dove combatte sul fiume Don nell’ottobre. Il timore principale è per i bombardamenti inglesi su Genova; nessun riferimento a situazioni relative al fronte russo o alla ritirata di gennaio. Durante il periodo in Russia scrive dietro ai francobolli brevi messaggi perlopiù relativi a questioni alimentari o sulla volontà di ritornare sano e salvo. Emerge una visione antieroica della campagna militare ("me ne frego di tutto e tutti, prego solo di ritornare"). Nel maggio viene rimpatriato nel campo contumaciale di Bolzano e successivamente inviato a Scarfanigi (Cn). In questa fase le missive sono incentrate sulla spasmodica attesa del ritorno a Genova per poter riabbracciare la fidanzata. Dall’agosto 1943 al 10 settembre 1943 è di stanza a Brugherio (Mi) senza nessun particolare compito; nessun riferimento esplicito al 25 luglio o all’8 settembre.Soggetti: ritirata; seconda guerra mondiale; amore
Consistenza: 85 lettere
Natura del testo: originale
Tipologia testuale:
Luoghi: Parma, Genova, Nocera Inferiore, Salerno
Estremi cronologici: 1945-1951
Abstract: Le lettere sono state scritte da Giovanni Pende, giovane ricercatore all'Istituto di Patologia e metodologia clinica dell'Università di Genova (direttore Lorenzo Antognetti). La destinataria è Maria Galli, residente a Parma. La prima lettera risale al 9/12/1945, ma si intuisce che Maria e Giovanni fossero in contatto già dal luglio 1944. Le lettere sono, quasi tutte, spedite da Genova. 5 da Casamassima (BA) dove risiedono la mamma Angelina e le zie. Nell'anno 1947 vi trascorre un periodo di convalescenza, dopo aver contratto il tifo, con febbre molti elevata (la mamma pensa di contattare lo zio, medico chirurgo). Il contenuto ha carattere sentimentale. Quasi tutte le buste contengono petali di fiori (gelsomini, viole del pensiero, mughetti, tamarindo, camelie). Frequente il ricorso a formule e simbologie amorose. Emerge anche amore per la musica (Maria studia pianoforte). Giovanni molto impegnato professionalmente. Nel 1947 per incarico del suo professore accompagna un malato di mente, affetto da nevrosi ossessiva, a Nocera inferiore, dove conosce il "medico dei pazzi" (segue descrizione particolareggiata e riferimento a psicanalisi). Si apprezza di riflesso il passaggio da assistente a primario apprezzato, benché i temi principali rimangano quelli amorosi. Dall'unione tra i due nasceranno tre figli.Soggetti: amore, medicina, musica